domenica 30 gennaio 2011

Siamo greggi di pecore senza più pastori


Signori politici, ormai anche sul federalismo gli italiani non vi filano più!
Il paese è pervaso da sentimenti di ribrezzo, indignazione, tristezza, rabbia.
Ma perchè non smettiamo di andare a votare? Vogliamo ancora continuare a sostenere questa falsa democrazia e falsa rappresentanza?
Faccio una proposta: inondiamo il premier di preservativi durante le sue uscite pubbliche. Sempre che abbia ancora il coraggio di uscire dal suo bunker di Arcore, visto che ultimamente comunica quasi esclusivamente attraverso videomessaggi.
L'unico ad avere in mano la carta vincente è Napolitano, ma non la gioca: l’articolo 88 della Costituzione, che gli permetterebbe di sciogliere le Camere anche in assenza di una formale crisi di governo. E potrebbe decidere di “nominare” (consultati i presidenti di Camera e Senato) il presidente del Consiglio e, su sua proposta, i ministri. Poi decide il voto del Parlamento. In mancanza di maggioranza, decide il popolo, nelle urne.
Ma quando si deciderà il nostro Presidente della Repubblica a passare dalle parole ai fatti? Cosa deve succedere ancora in questo martoriato paese?


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L'UCCELLO PADULO

Mentre gli italiani sono ipnotizzati dai giornalisti del bunga bunga e dalle intercettazioni a base di culi flaccidi, il fallimento economico del Paese è alle porte. Alla conferenza di Davos si sprecano le scommesse su un nostro possibile default. L'ultimo salvagente di Tremorti è realizzare l'equazione: debito pubblico = risparmio privato. Non ne ha mai fatto mistero. Il Paese con la tassazione più alta d'Europa vuole andare oltre. Le tasse federali sono alle porte e retroattive, l'unico vero successo della Lega che amministrerà le casse delle amministrazioni locali.

Si sente nell'aria un suono che prende la forma dell'uccello padulo, quello del fischio della patrimoniale secca. Hanno mandato avanti Giuliano Amato. Un tizio che entrò direttamente nei nostri conti correnti con un prelievo del 6 per mille. Amato fa parte di quel partito socialista che fece esplodere il debito pubblico, operazione continuata con diligenza da parte di Berlusconi, il successore di Bottino. Amato propone un prelievo di 30.000 euro a un terzo dei contribuenti, i più ricchi, per salvare il Paese. Una misura che colpisce chi paga le tasse, ma non i grandi patrimoni. Chi ha pagato, pagherà di più. Forse dovrà fare un mutuo o ipotecare l'appartamento. Si dice:"Ma è per la salvezza della Nazione! Chi più ha, più deve dare". In principio questo ragionamento non fa una grinza, ma gettare nella fornace di un debito pubblico che cresce di 100 miliardi all'anno il prelievo della patrimoniale senza misure strutturali (l'abolizione delle Province e l'accorpamento dei Comuni sotto i 5.000 abitanti, ad esempio) servirà solo a punire coloro che le tasse le hanno pagate fino all'ultimo centesimo. Con che faccia può farlo un governo che ha varato lo Scudo Fiscale con la tassazione al 5% dei patrimoni completamente evasi? Un ministero dell'Economia che invia cartelle puntigliose per dichiarazioni errate per 40/50 euro e non intacca minimamente i 100 miliardi di evasione annui? Tremorti dovrebbe dovrebbe mandare un biglietto di ringraziamento ai contribuenti fedeli, fargli uno sconto sulla prossima dichiarazione.

Dallo scorso anno qualche milione di dipendenti pubblici ha lo stipendio congelato, l'inflazione non li aspetta e ogni mese perdono qualcosa (come Anna nella canzone di Dalla). Chi oggi ha meno di 50 anni in pensione non ci andrà mai, se ci riuscirà sarà un miracolo o un raccomandato o un consigliere regionale o un deputato. Siamo oltre la frutta e l'ammazzacaffè, stiamo sparecchiando la tavola e lo Stato si prepara a raccogliere le briciole da sotto il tavolo.


Fonte

venerdì 28 gennaio 2011

Mondo verso un'immane carestia? Il grido d'allarme di Fidel

Una delle questioni principali: l'utilizzo delle risorse alimentari del pianeta per produrre combustibile. "Se i milioni di tonnellate di soja e di mais che sono utilizzati come biocombustibili verranno destinati alla produzione di alimenti, l’innalzamento insolito dei prezzi si arresterebbe".


E' ARRIVATO IL MOMENTO DI FARE QUALCOSA
di Fidel Castro

Cominciamo con un poco di storia.

Quando gli spagnoli “ci hanno scoperto”, cinque secoli fa, la cifra stimata della popolazione dell’Isola non eccedeva i 200.000 abitanti i quali vivevano in armonia con la natura. Le loro principali fonti di alimentazione provenivano dai fiumi, dai laghi e dai mari ricchi di proteine; ma praticavano anche un’agricoltura rudimentale che forniva loro calorie, vitamine, sali minerali e fibre.

In alcune regioni di Cuba si pratica ancora l’uso di produrre casabe, una specie di pane elaborato con la yucca. Questa dieta veniva integrata con certi frutti e con piccoli animali selvatici. Fabbricavano delle bibite con prodotti fermentati ed hanno apportato alla cultura del mondo la non salutare abitudine di fumare.

La popolazione attuale di Cuba è forse di sessanta volte più grande di quella che esisteva allora. Anche se gli spagnoli si sono mischiati alla popolazione autoctona, in pratica l’hanno sterminata con il lavoro semischiavo nei campi e con la ricerca dell’oro nelle sabbie dei fiumi.

La popolazione indigena è stata sostituita con l’importazione di africani catturati con la forza e schiavizzati, una pratica crudele che è stata applicata per secoli.

Per la nostra esistenza sono stati molto importanti gli usi alimentari che si andarono creando. Siamo stati convertiti in consumatori di carne suina, bovina, ovina, di latte, formaggio e altri derivati; grano, avena, biada, riso, ceci, fave, piselli e altri legumi provenienti da climi diversi dal nostro.

In origine noi disponevamo di mais, poi è stata introdotta la canna da zucchero fra le piante più ricche di calorie.

Il caffé ci è stato portato dai conquistatori dall’Africa; il cacao ce lo hanno portato probabilmente dal Messico. Questi due prodotti, insieme allo zucchero, al tabacco e ad altri prodotti tropicali sono diventati delle enormi risorse per la metropoli dopo la ribellione degli schiavi di Haiti, avvenuta la principio del secolo XIX.

Il sistema di produzione schiavista è durato, di fatto, fino a quando il colonialismo spagnolo ha trasferito la sovranità di Cuba agli Stati Uniti quando, dopo una cruenta guerra, era stato sconfitto dai cubani.

Quando ha vinto la Rivoluzione, nel 1959, la nostra isola era una vera colonia statunitense. Gli Stati Uniti avevano ingannato e disarmato il nostro Esercito di Liberazione. Non si poteva parlare di un’agricoltura sviluppata, ma di immense piantagioni sfruttate sulla base del lavoro manuale e animale dove in generale non si usavano né fertilizzanti né macchine. Le grandi fabbriche dello zucchero erano di proprietà nordamericana. Vari di quei proprietari possedevano più di centomila ettari di terra; altri ne avevano decine di migliaia. In totale erano più di 150 zuccherifici, compresi quelli di proprietà dei cubani, i quali lavoravano meno di quattro mesi l’anno.

Gli Stati Uniti hanno ricevuto le forniture di zucchero da Cuba durante le due guerre mondiali e aveva concesso una quota di vendita nei suoi mercati al nostro paese associandola a impegni commerciali e a limitazioni nella nostra produzione agricola, nonostante il fatto che lo zucchero era prodotto in parte proprio da loro. Altri settori decisivi dell’economia, come i porti e le raffinerie di petrolio, erano proprietà nordamericana. Le loro imprese possedevano grandi navi, centri industriali, miniere, moli, linee marittime e ferrate, oltre a servizi pubblici di importanza vitale come quelli elettrici e telefonici.

Per chi voglia capire non è necessario aggiungere altro.

Nonostante il fatto che la necessità di produrre riso, mais, grassi, cereali e altri alimenti fosse importante, gli Stati Uniti imponevano determinati limiti a tutto quanto potesse rappresentare una concorrenza alla propria produzione nazionale, compreso lo zucchero sussidiato di barbabietola.

Naturalmente, quanto alla produzione di alimenti, è assolutamente vero che nei limiti geografici di un paese piccolo, tropicale, piovoso e ciclonico, sprovvisto di macchine, di sistemi di dighe, di irrigazione, di un equipaggiamento adeguato, Cuba non poteva disporre di risorse e non era in condizioni di competere con le produzioni meccanizzate di soja, di girasole, di mais, di leguminose e di riso degli Stati Uniti. Alcune delle quali, come il grano e l’orzo non potevano essere prodotte nel nostro paese.

Il fatto è che la Rivoluzione Cubana non ha potuto godere neanche di un minuto di pace. Appena decretata la Riforma Agraria, prima di compiersi il quinto mese della vittoria rivoluzionaria, i programmi di sabotaggio, gli incendi, le ostruzioni e l’impiego di mezzi chimici dannosi erano già iniziati nel nostro paese. Addirittura vennero introdotte malattie nelle produzioni vitali e perfino nella salute umana.

Hanno commesso l’errore di sottostimare il nostro popolo e la sua decisione di lottare per i propri diritti e per la propria indipendenza.

Naturalmente, all’epoca nessuno di noi possedeva l’esperienza raggiunta dopo molti anni; noi partivamo da idee giuste e da un concetto rivoluzionario. Forse il più grande errore di idealismo che abbiamo commesso è stato quello di pensare che nel mondo ci fosse una determinata dose di giustizia e di rispetto per il diritto dei popoli mentre, in verità, non esisteva per niente. Eppure, non da questo dipendeva la decisione di combattere.

Il primo compito che ha assorbito il nostro sforzo è stata la preparazione per la battaglia che si avvicinava.

L’esperienza acquisita durante l’eroica battaglia contro la tirannide di Batista, ci aveva insegnato che il nemico, qualunque fosse la sua forza, non avrebbe potuto vincere il popolo cubano.

La preparazione del paese alla lotta è diventato lo sforzo principale del popolo, e ci ha portato ad episodi davvero decisivi come la battaglia contro l’invasione mercenaria promossa dagli Stati Uniti nell’aprile del 1961, sbarcata a Girón con la scorta dei marines e dell’aviazione yankee.

Incapace di rassegnarsi all’indipendenza e all’esercizio dei diritti sovrani di Cuba, il governo di quel paese aveva adottato la decisione di invadere il nostro territorio. La URSS non ha avuto niente a che vedere con la vittoria della Rivoluzione Cubana. La quale non ha assunto il carattere socialista a causa dell’appoggio dell’URSS, ma esattamente al contrario: l’appoggio dell’URSS è arrivato a causa del carattere socialista della Rivoluzione Cubana. Per cui, anche quando la URSS è scomparsa, nonostante questo, Cuba ha continuato ad essere socialista.

Per qualche via l’URSS era venuta a sapere che Kennedy avrebbe cercato di usare con Cuba lo stesso metodo da lei applicato in Ungheria. Ciò ha prodotto gli errori commessi da Krushov in merito alla Crisi di Ottobre, che mi è corso l’obbligo di criticare. Ma non solo Krushov si è sbagliato, si è sbagliato anche Kennedy. Cuba non aveva niente a che vedere con la storia dell’Ungheria, e l’URSS non aveva niente a che vedere con la Rivoluzione a Cuba che è stata esclusivamente frutto della lotta del nostro popolo. Krushov ha fatto solamente il gesto di solidarietà di mandare armi a Cuba che era minacciata dall’invasione mercenaria organizzata, addestrata, armata e trasportata dagli Stati Uniti. Senza le armi mandate a Cuba, il nostro popolo avrebbe sconfitto le forze mercenarie come aveva sconfitto l’esercito di Batista al quale sequestrò tutto l’equipaggiamento militare in suo possesso: 100.000 armi. Se si fosse prodotta un’invasione diretta degli Stati Uniti contro Cuba, il nostro popolo avrebbe combattuto fino ad oggi contro i suoi soldati che, con sicurezza, avrebbero dovuto combattere anche contro milioni di latinoamericani. Gli Stati Uniti avrebbero commesso il peggior errore della loro storia, e forse la Urss esisterebbe ancora.

Qualche ora prima dell’invasione, dopo l’attacco a tradimento alle nostre basi aeree da parte di aerei degli Stati Uniti che portavano insegne cubane, è stato dichiarato il carattere socialista della Rivoluzione. Il popolo cubano ha combattuto per il socialismo in quella battaglia che è passata alla storia come la prima vittoria contro l’imperialismo in America.

Sono passati dieci presidenti degli Stati Uniti, sta passando l’undicesimo e la Rivoluzione Socialista è ancora in piedi. Sono passati anche tutti i governi che sono stati complici dei crimini degli Stati Uniti contro Cuba, e la nostra Rivoluzione è ancora in piedi. E’ scomparsa l’Unione Sovietica e la Rivoluzione è andata avanti. Non è andata avanti con il permesso degli Stati Uniti, ma essendo soggetta ad un blocco crudele e spietato; con atti terroristici che hanno privato della vita o hanno ferito migliaia di persone, i cui autori hanno goduto di totale impunità; combattenti antiterroristi cubani sono condannati a prigione a vita; una Legge fatta apposta per i cubani (Ley de Ajuste Cubano) concede ingresso, residenza e lavoro negli Stati Uniti. Cuba è l’unico paese al mondo ai cui cittadini viene applicato questo privilegio che viene negato a quelli di Haiti, dopo il terremoto che ha ucciso più di 300.000 persone, e al resto dei cittadini di questo emisfero che l’impero perseguita ed espelle. Eppure, la Rivoluzione Cubana è ancora in piedi.

Cuba è l’unico paese del pianeta che non può essere visitato dai cittadini degli Stati Uniti; ma Cuba esiste ed è ancora in piedi, a solo 90 miglia dagli Stati Uniti, ingaggiando la sua eroica lotta.

Noi rivoluzionari cubani abbiamo commesso errori e continueremo a commetterne, ma non commetteremo mai l’errore di essere traditori.

Non abbiamo mai scelto l’illegalità, la menzogna, la demagogia, ingannare il popolo, la simulazione, l’ipocrisia, l’opportunismo, la corruzione, la mancanza totale di etica, gli abusi del potere, compreso il crimine e le torture ripugnanti che, con ovvie e certamente meritevoli eccezioni, hanno caratterizzato la condotta dei presidenti degli Stati Uniti.

In questo momento l’umanità sta affrontando problemi seri e senza precedenti. Il peggio è che in gran parte le soluzioni dipenderanno dai paesi più ricchi e sviluppati, che arriveranno a una situazione che in verità non sono in condizione di affrontare senza che gli frani addosso il mondo che hanno cercato di modellare a favore dei propri interessi egoistici e che conduce inevitabilmente al disastro.

E non parlo adesso di guerre, sui cui rischi e sulle cui conseguenze hanno parlato persone sagge e brillanti, comprese molti nordamericani.

Mi riferisco alla crisi degli alimenti originata da fattori economici e da cambiamenti climatici che apparentemente sono ormai irreversibili come conseguenza di azioni dell’uomo, ma che ad ogni modo la mente umana ha il dovere di affrontare rapidamente.

Durante molti anni, in realtà un tempo perso, si è parlato di questa faccenda. Ma il maggiore responsabile di emissioni di gas contaminanti al mondo, gli Stati Uniti, si rifiutava sistematicamente di tenere in conto l’opinione mondiale. Lasciando da parte il protocollo ed altre sciocchezze abituali negli uomini di Stato delle società di consumo, che accedendo al potere si lasciano abbagliare dall’influenza dei mezzi d’informazione di massa, la verità è che non hanno prestato attenzione alla faccenda. Un signore alcolizzato, i cui problemi erano noti e che non ho bisogno di nominare, ha imposto la sua linea alla comunità internazionale.

I problemi hanno preso corpo adesso all’improvviso, attraverso fenomeni che si stanno ripetendo in tutti i continenti: calori, incendi di boschi, perdite di raccolti in Russia con numerose vittime; cambiamento climatico in Cina, piogge intense o siccità; perdite progressive delle riserve d’acqua dell’Himalaya, che minacciano l’India, la Cina, il Pakistan e altri paesi; piogge eccessive in Australia che hanno inondato quasi un milione di chilometri quadrati; ondate di freddo insolite ed estemporanee in Europa, con conseguenze considerevoli nell’agricoltura; siccità in Canadà; ondate inusuali di freddo in Colombia che hanno danneggiato milioni di ettari coltivabili; precipitazioni mai viste in Venezuela; catastrofi per le piogge eccessive nelle grandi città del Brasile e siccità al Sud. Praticamente non esiste una regione al mondo dove questi fenomeni non abbiano avuto luogo.

Le produzioni di grano, soja, mais, riso e molti altri cereali e leguminose che costituiscono la base alimentare del mondo –la cui popolazione arriva oggi a quasi 6.900.000, e dove più di un miliardo soffre la fame e la denutrizione- cominciano ad essere seriamente colpite dai cambiamenti climatici, creando un gravissimo problema nel mondo. Mentre le riserve non sono state ancora recuperate totalmente o in parte per qualche prodotto, una grave minaccia sta già creando problemi e destabilizzazione in numerosi Stati.


Più di 80 paesi, tutti del Terzo Mondo, già di per sé in difficoltà reali, sono minacciati da vere e proprie carestie.

Mi limiterò a citare, in modo molto sintetico, queste dichiarazioni e queste notizie pubblicate negli ultimi giorni:

“L’ONU denuncia il rischio di una nuova crisi alimentare.

“11.1.2011 (AFP)”

“Stiamo affrontando una situazione molto tesa...” Afferma la FAO.

“Circa ottanta paesi stanno affrontando un deficit di alimenti...”

“L’indice globale dei prezzi dei prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento del bestiame di base (cereali, carne, zucchero, olii, prodotti del latte) si colloca attualmente al suo livello massimo da che la FAO ha cominciato ad elaborare questi indici venti anni fa.”

“Nazioni Unite, gennaio (IPS)”,

“L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione (FAO), con sede a Roma, ha denunciato la settimana scorsa che i prezzi mondiali del riso, del grano, dell’orzo e della carne [...] registreranno degli aumenti significativi nel 2011 ...”

“Parigi, 10 gennaio (Reuters) – Il presidente francese Nicolas Sarkozy, porterà in settimana a Washington la sua campagna per fare fronte agli alti prezzi globali degli alimenti ...”

“Basilea (Svizzera), 10 gennaio (EFE) – Il presidente della Banca Centrale Europea (BCE), Jean Claude Trichet, portavoce dei governatori delle banche centrali del Gruppo dei 10 (G-10), ha dato l’allarme oggi riguardo al forte aumento dei prezzi degli alimenti e alla minaccia inflazionista nelle economie emergenti.”

“La Banca Mondiale teme una crisi nel prezzo degli alimenti, 15 gennaio (BBC).

“Il presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick, ha dichiarato alla BBC che la crisi è più grave di quella del 2008.”

“Messico D.F., 7 gennaio (Reuters)”

“Il ritmo annuale di inflazione degli alimenti si è triplicato a novembre in Messico paragonato ai due mesi precedenti ...”

Washington, 18 gennaio (EFE)

“Il cambiamento climatico aggraverà la mancanza di alimenti, secondo uno studio.”

“Da più di 20 anni gli scienziati hanno annunciato l’impatto del cambio climatico, ma nulla cambia a parte l’aumento delle emissioni che causano il riscaldamento globale, ha dichiarato a EFE Liliana Hisas, direttrice esecutiva della filiale statunitense di questa organizzazione.

“Osvaldo Canziani, vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 2007 e consulente scientifico del rapporto, ha dichiarato che in tutto il mondo si registreranno episodi metereologici e condizioni climatiche estreme mentre gli aumenti della temperatura media superficiale esacerberanno l’intensità di questi episodi.”

“(Reuters) gennaio 18, L’Algeria compra grano per evitare carestia e disturbi.

“L’agenzia statale per i cereali d’Algeria ha comprato circa un milione di tonnellate di grano nelle ultime due settimane per evitarne la mancanza in caso di manifestazioni, ha dichiarato a Reuters una fonte del Ministero dell’Agricoltura.”

“(Reuters) gennaio, 18, Il grano si impenna a Chicago dopo l’acquisto dell’Algeria”

“El Economista, 18 gennaio 2011

“Allarme mondiale per il prezzo degli alimenti”

“Fra le principali cause vi sono le inondazioni e la siccità provocate dal cambio climatico, dall’uso di alimenti per produrre biocombustibili e dalla speculazione sul prezzo delle commodities.”

Questi problemi sono drammaticamente seri. Tuttavia, non tutto è perduto.

La produzione attuale stimata di grano ha raggiunto la cifra di quasi 650 milioni di tonnellate.

La produzione di mais supera questa quantità e si avvicina ai 770 milioni di tonnellate.

La soja potrebbe avvicinarsi ai 260 milioni, dei quali gli Stati Uniti ne producono 92 milioni e il Brasile 77. Sono i due maggiori produttori.

I dati in generale delle graminacee e delle leguminose disponibili nel 2011 sono noti.

La prima questione da risolvere da parte della comunità mondiale dovrebbe essere quella di scegliere fra alimenti e biocombustibili. Il Brasile, un paese in via di sviluppo, dovrebbe naturalmente essere compensato.

Se i milioni di tonnellate di soja e di mais che sono utilizzati come biocombustibili verranno destinati alla produzione di alimenti, l’innalzamento insolito dei prezzi si arresterebbe e gli scienziati del mondo potrebbero proporre formule che in qualche modo potrebbero arrestare e perfino invertire la situazione.

Si è perso troppo tempo. E’ arrivata l’ora di fare qualcosa.


(Traduzione di Gianni Minà, Fonte)

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Sull'argomento, vedi anche: Crisi alimentare globale

mercoledì 19 gennaio 2011

Que es el Club Bildenberg?

Bilderberg Club Meeting 2010 (Sitges, Barcelona). Ahí los "amos del mundo" fueron a decidir qué hacer con nosotros...

CLUB BILDERBERG: EL LADO OSCURO DE LA DEMOCRACIA

L'idea di Daniel Estulin è che lo scopo del Club Bilderberg sia quello di creare un'aristocrazia fra le èlite europee e americane per controllare il pianeta. In altre parole, la creazione di un network globale di cartelli di giganti, più potenti di ogni nazione sulla terra, destinato al controllo delle necessità vitali del resto dell'umanità.

Sono molti gli obiettivi (realizzati) del Club, che l'autore ha denunciato. "Nel 2005 ho predetto che, sulla base di quanto detto al meeting Bildeberg in Germania, il petrolio avrebbe toccato i 150 dollari a barile a fine estate 2008. Non lo sto inventando ora, dopo che è successo. Lo potete leggere su Internet e sui miei report", spiega Estulin. "Anche la guerra in Iraq era stata progettata dal Bilderberg nel maggio 2002".

Daniel Estulin en el programa Contracorriente de España (05/03/2009):


lunedì 17 gennaio 2011

L’allevamento del bestiame produce il 51% delle emissioni di gas serra dovute alle attività umane

Deriva dall’allevamento del bestiame il 51% delle emissioni di gas serra dovute alle attività umane.

Lo sostiene un articolo pubblicato dal Worldwatch Institute, che rivede decisamente al rialzo uno studio effettuato due anni fa dalla Fao secondo il quale le emissioni provenienti dall’allevamento si limiterebbero (si fa per dire…) ad inquinare più del traffico.

La strada che ora si cerca di imboccare per contenere il riscaldamento globale è la diminuzione delle emissioni di gas serra da parte delle fabbriche, delle auto e delle centrali che producono energia. Se lo studio del Worldwatch Institute vede giusto, stiamo seguendo la strada sbagliata.

Il World Watch Institute arriva a queste clamorose conclusioni individuando quattro punti su cui bisognerebbe correggere lo studio della Fao di due anni fa, secondo il quale dall’allevamento deriva l’emissione di 7,5 tonnellate di gas serra all’anno.

Il primo punto mi sembra il più debole. il bestiame emette ogni anno 8,7 milioni di tonnellate di anidride carbonica semplicemente respirando, e questo la Fao non lo aveva calcolato. Si potrebbe obiettare che tutti gli esseri viventi respirano. così come tutti i vegetali assorbono anidride carbonica.

Lo studio però sostiene che gli animali d’allevamento sono diventati così tanti da superare le capacità della Terra di “neutralizzarli” attraverso la fotosintesi clorofilliana.

Secondo punto, l’uso del suolo. Il Worldwatch Institute corregge al rialzo le stime della Fao, dicendo che bisogna tener conto anche delle foreste scomparse nel corso del tempo per far posto a pascoli e colture foraggere.

Se tutte quelle foreste esistessero ancora, esse assorbirebbero 2,6 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. Questa anidride carbonica resta invece nell’atmosfera: e anche la sua presenza va imputata al bestiame.

E poi c’è il metano, un gas serra 25 volte più potente nell’anidride carbonica, che entra nell’atmosfera in seguito ai processi digestivi dei ruminanti. L’articolo del Worldwatch Institute ne rivede al rialzo l’ammontare e lo “traduce” nella quantità di anidride carbonica che produrrebbe lo stesso effetto serra: 5 milioni di tonnellate all’anno da aggiungere ai calcoli della Fao.

Infine, lo studio del Worldwatch Institute rivede al rialzo anche le stime della Fao anche per quel che riguarda i capi di bestiame presenti sul pianeta (sarebbero circa 50 miliardi) e aggiunge al conto tutte le emissioni legate alla filiera dell’allevamento: altri 5,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno.

Il totale generale è pari a 32,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. Il 51%, appunto, di tutta quella che entra nell’atmosfera in seguito alle attività umane.

(26 ottobre 2009 - Fonte)

WikiLeaks: conti segreti offshore ultra-milionari di 40 politici

L'ex-banchiere Rudolf Elmer
Londra - Dopo la "Lista Falciani" potrebbe essere rivelata la "Lista WikiLeaks", visto che domani un ex direttore della filiale alle Cayman della "Julius Baer" consegnerà a Julian Assange due CD con 2.000 nomi, tra cui "almeno 40 di politici".

Dopo Hervé Falciani, che aveva sottratto al gruppo bancario inglese Hsbc dove lavorava una lista di 6mila contribuenti "evasori fiscali", ecco che un'altro dipendente di banca, Rudolf Elmer, intende svelare i nomi di chi possiede conti segreti offshore per evadere le tasse nel proprio Paese. Come Hervé Falciani (Lista Falciani e il sistema opaco delle banche. Anche VIP indagati - http://tinyurl.com/5rgqt3m), anche l'ex direttore della filiale alle Cayman della importante "Julius Baer" Rudolf Elmer sembra essere mosso da una sete di giustizia, spiegando al domenicale britannico "The Observer" che l'ha intervistato che vuole "render pubbliche queste informazioni per educare la società". E anche per questo motivo si è affidato a WikiLeaks, a cui consegnerà due CD contenenti circa 2.000 nomi tra cui "almeno 40 di politici" che "usavano lo schermo di segretezza offerto dalle banche offshore per evitare di pagare le tasse", spiega sempre l'ex banchiere (La Stampa - http://tinyurl.com/5unpwa3). I dati che saranno consegnati domani al Frontline Club di Londra, l'istituzione di giornalisti che ha ospitato Julian Assange prima dell'arresto, sono relativi a ben 3 istituti finanziari e vanno dal 1990 e 2009. "WikiLeaks esaminerà i dati e se troverà casi reali di evasione fiscale procederà alla pubblicazione" ha però sottolineato Rudolf Elmer al giornale svizzero Sonntag. Alla consegna dei CD dovrebbe essere presente lo stesso Julian Assange. Rudolf Elmer già nel 2007 consegnò a Julian Assange una lista di 15 nomi, che finora non sono stati mai diffusi, come quelli di una grossa istituzione finanziaria americana, probabilmente la Bank of America, che WikiLeaks tiene forse nel cassetto pronto a divulgarla se si trovasse in una situazione di pericolo. L'ex dipendente della "Julius Baer" fu licenziato nel 2002 e tra 3 giorni (19 gennaio) si dovrà presentare davanti alla magistratura svizzera per violazione del segreto bancario.

(Jessica Montani, Fonte)

domenica 16 gennaio 2011

Invasione di coccinelle in tutto il mondo


Coccinelle asiatiche alla conquista del mondo

15 ottobre 2007 - Vengono dall’Asia e stanno minacciando le coccinelle britanniche: sono le Harmonia axyridis, le coccinelle arlecchino. Il nome comune di questa specie si riferisce alla variabilità delle elitre, che possono mostrare molti colori e disegni differenti.

La loro nicchia ecologica si sovrappone parzialmente a quella delle coccinelle indigene: sono predatrici e tra le loro vittime ci sono altre specie di coccinella, uova e bruchi di farfalle. Le coccinelle arlecchino sono arrivate nel Nord America nel 1988 e da allora hanno conquistato il continente.

Sbarcate in Inghilterra nel 2004, hanno conquistato velocemente il sud-est dell’isola. Le autorità locali hanno chiesto alla popolazione di inviare foto delle coccinelle, qualora le avvistassero, per monitorare l’invasione.

Le coccinelle vengono usate nella lotta biologica, visto che si nutrono degli afidi delle piante. Il problema di questa specie e’ che ha un alto tasso riproduttivo e le femmine sopravvivono agli inverni molto meglio delle nostre specie. Il vantaggio non e’ limitato alle specie britanniche; uno studio dell’università di Bologna ha dimostrato che c’è il rischio concreto che invadano anche l’Italia.

Fonte

Invasione di coccinelle dipinge di rosso il Colorado

16 luglio 2009 - Le cause dell’invasione vengono riportate ad una primavera particolarmente piovosa e al clima umido. In ogni caso, le coccinelle sono insetti utili (si nutrono fra l’altro di afidi, i “pidocchi delle piante”) e vengono impiegate nella lotta biologica. E poi si dice anche che le coccinelle portino fortuna…



Sono "aliene". Invasioni di coccinelle segnalate in tutta l’Italia settentrionale: intervista a un esperto

26 ottobre 2009 - Sono coccinelle “aliene”. Ho intervistato un esperto per avere lumi sulle invasioni di coccinelle in Italia settentrionale e nel Canton Ticino [...].

Mi sono stupita: dal Piemonte al Veneto, tanta gente si è ritrovata la casa letteralmente tappezzata di insetti. Così ho parlato con Gianumberto Accineli, entomologo dell’Università di Bologna. L’ho rintracciato attraverso Eugea, una società formata da ricercatori bolognesi che vende fra l’altro coccinelle da liberare in giardino per combattere gli afidi.

Mi ha detto che queste coccinelle sono “aliene”: una specie asiatica, non italiana, che l’uomo ha diffuso fuori dall’habitat originario. Sì, dice, è normale che si riuniscano: anche se l’entità del fenomeno è un po’ inaspettata.

Dottor Accinelli, sono normali tutte queste invasioni di coccinelle?

L’aggregazione autunnale è assolutamente normale, soprattutto nelle zone collinari. Le coccinelle secernono un feromone (una sostanza chimica capace di provocare reazioni nel comportamento degli individui appartenenti alla stessa specie, nrd) che si chiama appunto “feromone d’aggregazione”. Si radunano per andare a svernare sotto i massi, o in ripari artificiali come gli scantinati.

E allora dov’è la stranezza?

Queste sono coccinelle arlecchino, arrivate in Italia dall’Asia negli Anni 90. C’era da aspettarsi, appunto, di vedere qualche aggregazione notevole. Ma non una cosa come quella che ora viene descritta. Nulla di pericoloso, comunque.

Ci arriviamo. Prima però bisogna capire cosa ci fanno in Italia le coccinelle asiatiche.

Sono state introdotte per la lotta biologica: mangiano gli afidi che infestano le colture orticole. Così si evita di usare i pesticidi. Anche le coccinelle nostrane mangiano gli afidi, ma le arlecchino sono molto più efficienti. Autentiche macchine da guerra.

Come si distinguono le coccinelle nostrane dalle asiatiche?

Dal numero dei punti neri. Le specie italiane più comuni ne hanno, rispettivamente, due e sette. Le asiatiche hanno un numero di punti e una livrea molto variabile. Per questo si chiamano appunto “arlecchino”.

E, una volta liberate, le coccinelle asiatiche si sono moltiplicate a dismisura: la vecchia storia delle specie aliene che l’uomo ha diffuso fuori dall’habitat originario.

I nemici delle coccinelle nostrane hanno imparato a predare anche le coccinelle asiatiche. Il numero dei predatori impiegherà qualche tempo per crescere adeguandosi all’abbondanza delle prede – è un fenomeno ben conosciuto in natura – ma poi si arriverà all’equilibrio.

E’ stato questo uno dei pochissimi casi in cui la lotta biologica ha avuto un impatto negativo, a fronte degli enormi effetti positivi legati all’aver evitato l’uso dei terribili pesticidi. Ora comunque le biofabbriche – le aziende che allevano insetti utili – hanno smesso di produrre coccinelle asiatiche, e offrono solo quelle nostrane. Non lo impone la legge: è stata un’autolimitazione.

E comunque delle invasioni di coccinelle, sebbene “aliene”, non c’è da avere paura

No, assolutamente. Non bisogna preoccuparsi nè spaventarsi. Le coccinelle sono velenose – anche quelle nostrane – ma solo se vengono mangiate. Chi si sognerebbe mai di mangiare coccinelle? Possono dare un pochino di cattivo odore quando vengono spaventate: tutto lì.

Fonte

Il mercato globale è il vero nemico?

Bisogna lavorare per l'autosufficenza dei popoli.
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Paul Barnard
" RIPUDIO OGNI SINDACATO, CGIL, CISL, UIL, CONFSAL, RDB, CUB...

SIAMO SOLI. NON C’E’ PIU’ NESSUNO LA’ FUORI A DIFENDERCI. SIAMO SOLI, PERCHE’…

I POTERI FINANZIARI DI UNIONE EUROPEA E STATI UNITI CI STANNO DISTRUGGENDO IL FUTURO DEL LAVORO COME NON POTETE IMMAGINARE.

ESSI HANNO SOTTRATTO ALL’ITALIA… 457 MILIARDI DI EURO IN 2 ANNI…
… PIU’ DI 20 FINANZIARIE SPARITE DAL TUO STIPENDIO E DAI TUOI SERVIZI ESSENZIALI… IN 2 ANNI. MENTRE NOI PER MILLE EURO IN BUSTA PAGA DOBBIAMO SUPPLICARE…O MORIRE.

IL RADICALISMO DEI DIRITTI DI CHI LAVORA E’ L’UNICA ARMA RIMASTACI. SENZA, SIAMO FINITI.

IL POTERE LO SAPEVA, E NEL 1975 LA COMMISSIONE TRILATERALE DI STATI UNITI, EUROPA E GIAPPONE SANCI’ LA MORTE DEL RADICALISMO E DEL LAVORO, CON QUESTE PAROLE: “Quando esso perde forza, diminuisce il potere dei sindacati di ottenere risultati. La concertazione produce disaffezione da parte dei lavoratori, che non si riconoscono in quel processo burocratico e tendono a distanziarsene, e questo significa che più i sindacati accettano la concertazione più diventano deboli e meno capaci di mobilitare i lavoratori, e di metter pressione sui governi”… ERA IL 1975.

I SINDACATI CI SONO CASCATI.
CI HANNO PRECARIZZATO IL LAVORO. IL LAVORO E’ COME I TUOI GLOBULI BIANCHI, SENZA NON VIVI. HANNO PRECARIZZATO I TUOI GLOBULI BIANCHI…

HANNO RESO PLAUSIBILE L’INIMMAGINABILE.
IL PIANO PER LA DISTRUZIONE DEL LAVORO DI NOI CITTADINI PARTI’ 70 ANNI FA IN FRANCIA E GERMANIA.

I MANDANTI: LA GRANDE FINANZA SPECULATIVA E LA GRANDE INDUSTRIA.

LE ARMI: L’ECONOMIA, L’UNIONE EUROPEA DEI TECNOCRATI, E OGGI IL DISASTRO DELL’EURO.

LA CRISI ECONOMICA 2007-2010 E’ USATA COME STRUMENTO PER UNA…
COMPRESSIONE DEI SALARI… SENZA PRECEDENTI IN 50 ANNI.
STA ACCADENDO IN GRECIA E IRLANDA, ACCADRA’ QUI. STANNO CREANDO…
SACCHE DI LAVORO ALLA CINESE IN EUROPA, E LO HANNO PIANIFICATO NEI DETTAGLI, PER PROFITTO.

GLI OPERAI SONO DESTINATI A SCOMPARIRE, MARCHIONNE LO SA BENISSIMO, IN KOREA NON C’E’ PIU’ L’ILLUMINAZIONE NEGLI STABILIMENTI AUTO, PERCHE’ NON CI SONO PIU’ ESSERI UMANI CHE VI LAVORANO. SOLO ROBOT…

OPERAI, SIETE CONDANNATI. LORO LO SANNO.
DOVETE APRIRE GLI OCCHI, CAPIRE COSA VI STA SUCCEDENDO, ED ESSERE RADICALI NELL’OPPOSIZIONE A QUESTO ATTACCO AL LAVORO…
CHE E’ IL VERO ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA.

CHIEDEREMO IL RADICALISMO DEI DIRITTI FINO ALLA FINE DELLA NOSTRA VITA. CIOE’:

LAVORO E SALARIO DI DIGNITA’ COME DIRITTTO UMANO IMPRESCINDIBILE DI TUTTI, SOSTENUTO DA UN PROGRAMMA GOVERNATIVO DI PIENA OCCUPAZIONE IN COLLABORAZIONE COL SETTORE PRIVATO.
LA PIENA OCCUPAZIONE E’ POSSIBILE (economisti WRAY, KELTON, MOSLER, MITCHELL).

LA FLESSIBILITA’ SOLO COME OPTIONAL SCELTO DAL LAVORATORE, MAI IMPOSTA.

SANITA’, ISTRUZIONE, ACQUA, LUCE, GAS, AMBIENTE, SERVIZI SOCIALI, DIRITTO ALLA CASA, PUBBLICA INFORMAZIONE SONO BENI INTOCCABILI DA QUALSIASI INTERESSE PRIVATISTICO.

IL DIRITTO DI SFIDUCIARE COL VOTO L’INTERA CLASSE POLITICA ESISTENTE CON, NELLE SCHEDE, IL RIQUADRO “NESSUNO DI QUESTI” CHE SE MARCATO DAGLI ELETTORI VENGA POI CONTEGGIATO COME SEGGI VUOTI IN PARLAMENTO.

MA SOPRATTUTTO:IL RITORNO DELLO STATO ALLA SUA UNICA FUNZIONE LEGITTIMA… CHE E’ DI SPENDERE A DEFICIT PER CREARE LA PIENA OCCUPAZIONE E IL PIENO STATO SOCIALE.

CIO’ E’ PERFETTAMENTE POSSIBILE, LO E’ STATO PER 40 ANNI, NON CE LI HANNO MAI CONCESSI SOLO PER MOTIVI IDEOLOGICI (lo testimoniano il Nobel P. SAMUELSON, con WRAY, KELTON, MOSLER, MITCHELL, PARGUEZ).
PER OTTENERE QUESTO DOBBIAMO ABBANDONARE L’EURO CHE FU PENSATO GIA’ NEL 1943 UNICAMENTE PER PARALIZZARE GLI STATI SOCIALI. STA ACCADENDO.

OFFRIREMO, IN CAMBIO, UNA NUOVA ETICA DEL LAVORO IN ITALIA, DOVE CIASCUNO FARA’ CIO’ CHE DEVE FARE AL MASSIMO DEL SUO IMPEGNO, SEMPRE.
NON ESISTE ALTRA SPERANZA DI SALVARCI DAL PIANO DI DISTRUZIONE DEL LAVORO CHE PARIGI, BERLINO E WALL STREET STANNO COMPLETANDO.

PUO’ SALVARCI SOLO IL RADICALISMO DEI DIRITTI DI CHI LAVORA.
ORGANIZZATEVI E DISTRIBUITE QUESTE PAROLE A TUTTI I LAVORATORI CHE CONOSCETE, NELLE FABBRICHE, UFFICI, CAMPAGNE, LUOGHI DI COMMERCIO, E NELLE SCUOLE E UNIVERSITA’, A TAPPETO.

QUESTE PAGINE SONO LA TUA NUOVA TESSERA SINDACALE. " 


Tratto da: Paolo Barnard, Il più grande crimine

sabato 15 gennaio 2011

IL SIGNORAGGIO IN PILLOLE


SVEGLIAMOCI!!!!!

Il Signoraggio è l'insieme del reddito e del potere che derivano dal detenere la Sovranità Monetaria, ovvero il potere di emettere e gestire i soldi.


La Sovranità Monetaria è oggi detenuta dalle Banche, in particolar modo dalle Banche Centrali.

Le Banche creano i soldi dalle promesse di pagamento che ricevono, a costo zero, e li prestano chiedendo la restituzione del capitale più gli interessi.

Aldilà dei problemi etici e legali che derivano dal fatto che un soggetto (la Collettività) si debba indebitare per ottenere un qualcosa che dovrebbe appartenergli di diritto, vi è un qualcosa di innegabile: attualmente le banche emettono "TOT" (soldi) ma chiedono indietro "TOT + INTERESSI". Interessi che non sono stati mai emessi. Il meccanismo genera un circolo vizioso di indebitamento, rarefazione monetaria, aumento della pressione fiscale e conseguente aumento dei prezzi e calo del benessere.

Il tutto si traduce in 3 espressioni matematiche:
1) CREDITO = CREDITO + INTERESSE (circolo vizioso)
2) Il DEBITO cioè (CREDITO + INTERESSE) è maggiore del CREDITO sempre.
3) NO DEBITO = NO MONEY


L'attuale Sistema Monetario, per via di questo circolo vizioso su cui è basato, obbliga matematicamente qualche soggetto a risultare insolvente nei confronti delle banche e quindi a vedersi pignorare i beni posti a garanzia in modo sicchè parte del debito possa essere annullato e il circolo vizioso di usura e indebitamento possa ripartire. Questo meccanismo è alla base dei periodi di "crisi economica" che periodicamente sperimentiamo, come ammette perfino lo stesso Tremonti (attuale ministro dell'economia).

Nel rapporto fra Governi e Banche Centrali il soggetto forte sono le Banche in quanto possono vantare indipendenza e autoreferenzialità in base al loro Statuto (che viene modificato a piacere in base alle necessità, Art.3 dello Statuto di Bankitalia docet) e agli accordi internazionali.
Per questo motivo si può metaforicamente affermare che i politici sono i camerieri dei banchieri.


La soluzione al problema potrà realizzarsi solo gradualmente quando gli ambienti accademici smetteranno di presentare il sistema attuale come "migliore o comunque unico possibile" e cercheranno valide alternative. Questo processo virtuoso può essere innescato solo dal diffondersi di quella consapevolezza che in molti, per ragioni di interesse, cercano di ostacolare.

Il Senatore Rossi su BCE e SIGNORAGGIO

Il Senatore Rossi, alle telecamere di Byoblu.Com, svela i retroscena delle politiche monetarie e partitiche del sistema da cui ha deciso di uscire e che ha deciso di combattere.

 

Signoraggio bancario spiegato in 6′40

Alla base della Politica vi è l'Economia, mentre alla base dell'Economia vi è il mezzo di scambio che la rende possibile: i Soldi.

Pertanto, come il discutere di Politica prescindendo dall'Economia è estremamente superficiale, analogamente lo è il discorrere di Economia prescindendo dal Sistema Monetario, ovvero dalle modalità con cui il mezzo di scambio viene generato, emesso e gestito.

A riprova di ciò basti pensare che in Italia si potrebbero fare tante belle cose, ma purtroppo il Bilancio italiano chiude sempre in perdita a causa degli INTERESSI SUL DEBITO PUBBLICO e, pertanto, la LEGGE FINANZIARIA non può che prevedere nuovi TAGLI, AUMENTI DI TASSE e PRIVATIZZAZIONI... Ed il DEBITO PUBBLICO è dovuto al SIGNORAGGIO.

Ora la domanda è: Cosa sono i soldi? A chi appartengono sono al momento della loro emissione? E che cos'è il signoraggio?


Parlano Marco Della Luna, Pierluigi Paoletti e Nino Galloni. Interviste, riprese e montaggio: Nikola Duper


Democrazia cubana: 40,8% di candidati donne tra i delegati provinciali alle elezioni del 2008

Le ultime elezioni cubane si sono tenute nel gennaio del 2008. La media delle candidature femminili è stata del 40,8% quando nel mondo la media è del 17%. Riporto di seguito un articolo che parla dell'argomento elezioni a Cuba per dare un idea del sistema politico cubano, un bell'esempio di democrazia diretta nonostante gli schemi mentali preconfezionati che si hanno in Italia sulla Revoluciòn e dove da decenni l'opinione pubblica è succube della propaganda anticastrista statunitense.


UNA DEMOCRAZIA DECENTE: CUBA
21 gennaio 2008

[...] elezioni generali, in cui si eleggeranno 1201 delegati delle assemblee provinciali e 614 deputati al Parlamento. Fra i candidati vi è un gran numero di donne, in un paese in cui le donne hanno guadagnato una partecipazione attiva in tutti i livelli della società.

Secondo Mayra Álvarez, membro della Commissione di Candidatura, a Cuba le cifre della partecipazione femminile alla politica sono in aumento e in queste elezioni la rappresentanza delle donne sul numero totale dei candidati raggiungerà livelli storici.

Cuba può vantare una “rappresentanza di candidati femminili tra i delegati provinciali del 40,8 per cento, molto superiore a quelle delle precedenti elezioni”, ha dichiarato in un’intervista con l’inviata di TeleSUR all’Avana, Patricia Villegas.

Alle ultime elezioni si era avuto il 37% di rappresentanze femminili. “Nell’Assemblea Nazionale, fra le candidature proposte al popolo che si voteranno domenica in maniera diretta e segreta, le donne sono il 43,16%”, ha precisato la Álvarez.

Fra i leader mondiali della partecipazione femminile

Si stima che nel mondo la media della rappresentanza femminile nei parlamenti sia del 17%, secondo quanto affermato dal membro della Commissione di Candidatura.

Ella sottolinea che “Cuba è, in questo momento, all’ottavo posto nel mondo e con questo numero di candidature femminili salirà al terzo posto nel mondo per presenza di donne in un Parlamento”.

La Álvarez insiste sul fatto che queste cifre si sono raggiunte senza bisogno di una legge sulle quote.

“Credo sia un riflesso del ruolo delle cubane, del successo che hanno ottenuto in tutti questi anni, di come siano rappresentate in tutti i settori della società”, commenta.

Per la rappresentante si tratta di una battaglia che ha avuto successo grazie soprattutto alla consapevolezza e all’educazione, “le persone riconoscono il ruolo della donna, la necessità che le donne siano rappresentate e partecipino nell’attività decisionale a tutti i livelli”.

La chiave sta nella partecipazione popolare

Mayra Álvarez ha anche descritto lo svolgimento del processo elettorale a Cuba, sottolineando che esso è fondato sulla partecipazione popolare a tutti i livelli, a partire dalle decisioni che si formano all’interno delle comunità.

Un aspetto importante è “la partecipazione delle comunità, a partire dai quartieri. E’ da lì che provengono i primi delegati e le prime delegate del Potere Popolare”, ha detto la rappresentante.

I candidati delle elezioni cubane sono nominati in modo libero e diretto dai propri stessi elettori, senza la mediazione di partiti politici. Sono indicativi per la nomina i valori umani e i meriti personali e sociali.

Vi è nell’isola una Commissione di Candidatura nazionale composta dai rappresentanti di tutte le organizzazioni di massa, di lavoratori, contadini, donne e studenti.

Questo sistema elettorale fu istituito nel 1976, quando attraverso un referendum i cubani decisero di dare all’isola una nuova costituzione.

Il partito non compare sulle schede elettorali

Fra le caratteristiche del sistema elettorale cubano, vi è il fatto che i partiti politici non partecipano alle elezioni. “Vi sono persone che sono militanti del partito (Partito Comunista) e altre che non lo sono. Chi realmente propone, nomina ed elegge i candidati a tutti i livelli sono i quartieri popolari e in un secondo momento le assemblee municipali”, spiega Mayra.

Secondo i dati, il 63 per cento dei candidati a queste elezioni è di nuova nomina. Delle persone elette nella scorsa legislatura, solo il 30 per cento è stato ricandidato.

“La maggioranza sono nuovi compagni e nuove compagne, come parte di un normale processo di rinnovamento, il che sottolinea, soprattutto, la continuità della rivoluzione, la continuità del compromesso di cubane e cubani con il nostro progetto sociale”, commenta Mayra Álvarez.

I mandati sono revocabili

A Cuba qualunque cittadino che abbia il pieno godimento dei diritti elettorali può nominare un candidato o essere proposto come tale. Allo stesso modo, tutti hanno il diritto di presentare esposti o proteste riguardo lo svolgimento del processo elettorale.

Per risultare eletti occorre ricevere la maggioranza assoluta dei voti durante lo scrutinio pubblico, aperto alla partecipazione di tutti. Gli eletti non ricevono alcun beneficio monetario dall’esercizio delle loro funzioni, ma devono rendere conto periodicamente ai propri elettori, i quali possono revocare il loro mandato in qualsiasi momento.

A Cuba, i maggiori di 16 anni che non abbiano incapacità mentale o legale sono inclusi automaticamente nelle liste dei votanti, senza ricorrere a procedimenti macchinosi. La lista degli elettori è pubblica e soggetta al controllo popolare.

Il voto è segreto, diretto, ma non obbligatorio. A differenza dei paesi in cui i militari sorvegliano le urne, nell’isola caraibica questa sorveglianza è affidata agli studenti delle scuole primarie.

Da parte sua, il presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare di Cuba, Ricardo Alarcón, ha assicurato questo sabato di non essere preoccupato degli attacchi da parte dei governi reazionari, né di quelli del presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, poiché questa domenica i cubani dimostreranno che la loro democrazia è molto più partecipativa e diretta di quella di molti altri paesi.

Intervistato in esclusiva all’Avana dall’inviata speciale di TeleSUR, Patricia Villegas, Alarcón ha toccato diversi aspetti del processo elettorale nell’isola e ha sottolineato la trasparenza, l’impegno civico e la partecipazione delle donne.

Ha anche parlato delle critiche mosse alla Rivoluzione Cubana, riguardo la presunta assenza di libertà democratiche, secondo quanto affermato da Bush nell’ottobre dello scorso anno, quando egli annunciò una serie di misure volte a inasprire il blocco commerciale e dichiarò in spagnolo ai cubani: “Cuba será pronto libre”.

“A Cuba sì che si vota liberamente”, ha detto Alarcón paragonando il sistema elettorale rappresentativo nordamericano con l’ampia partecipazione popolare che caratterizza le elezioni a Cuba, dove i delegati politici nascono direttamente all’interno delle comunità.

“Una maggioranza molto ampia di cittadini cubani va a votare con fiducia, seleziona alcuni dei candidati e la maggior parte, ne sono certo, vota per tutti i candidati in lista”, ha detto riferendosi al cosiddetto “voto unito”.

Alarcón ha affermato di essersi divertito molto vedendo il presidente Bush parlare in spagnolo per esortare i cubani ad avere “fede” nella “libertà”.

“Era davvero una festa sentire Bush che diceva: ‘Io mi rivolgo a questi cubani che ora mi stanno ascoltando, forse a rischio della propria vita’. Ti immagini lo sghignazzo collettivo di tutta Cuba quando ha visto questo signore esprimersi in modo così scollegato dalla realtà?”, ha detto Alarcón.

Fortunate differenze

Secondo Alarcón, il fatto che l’anno elettorale di Cuba coincida con quello degli Stati Uniti “è un’opportunità in più per paragonare e studiare un sistema tanto diverso e, ovviamente, tanto ammantato di ideali democratici come quello nordamericano”.

“L’anno elettorale (negli USA) è appena cominciato e già abbiamo visto diversi candidati, piuttosto conosciuti, che hanno dovuto interrompere il loro percorso per aver finito il denaro, per non essere riusciti a raccogliere i fondi necessari per proseguire una campagna elettorale così lunga e costosa”, ha spiegato.

Il presidente dell’Assemblea Nazionale cubana ha ripetuto la frase di John Kerry, ex senatore del Massachusetts ed ex candidato alla presidenza: “Bisogna lasciar votare la gente”.

“Il fatto è che (negli USA) vi sono ostacoli che impediscono alla gente di votare. E lui (Kerry) si è riferito a due esempi concreti: si è riferito a una legge appena varata nello stato dell’Indiana che istituisce nuove restrizioni per l’accesso alle urne”.

In Nevada i negri non votano

“Ma Kerry ha detto che esistono altre restrizioni a danno dei democratici”, insiste Alarcón: “Vi è una gran quantità di operai neri che in Nevada non potranno votare, e non lo dico io, lo dice Kerry”.

“Il Nevada è lo stato le cui principali industrie sono il turismo, il gioco d’azzardo, gli alberghi. Tutta la zona di Las Vegas. Ciò vuol dire che molti lavoratori degli alberghi e dei casinò, che dovranno lavorare durante questo fine settimana (quando si terranno le primarie di partito), non potranno votare, salvo facilitazioni che consentano loro di votare nei luoghi di lavoro.

Il Partito Democratico, per le sue elezioni primarie, aveva accettato di offrire anche a questi lavoratori la possibilità di votare. Fino al giorno in cui al sindacato dei lavoratori culinari americani non è venuto in mente di appoggiare la candidatura di Barack Obama”.

“Allora, molto semplicemente, li hanno privati del diritto di voto. Come? Non permettendo che si possa votare negli hotel e in nessuno di questi luoghi”. “Questo equivale ad eliminare il diritto di voto”.

“Insisto, tutti i cubani hanno realmente la possibilità e il diritto di votare”, ha concluso Alarcón. “Potremmo anche condividere (ciò che dice Kerry), purché garantiscano al popolo americano questo elementare diritto”.

(dal sito rebelion.org, traduzione di Gianluca Freda, Fonte)

venerdì 14 gennaio 2011

Un legittimo rompimento condiviso


Mi manca l'aria. Ho un legittimo rompimento di coglioni. Un Lodo Alfano, una legge Pecorella, un accidenti di legge che scriveranno domani. Una farsa in salsa italiana che dura da troppo tempo. Berlusconi deve o non deve farsi processare? Dopo 15 anni nei quali i presidenti della Repubblica gli hanno dato l'incarico, l'opposizione gli ha leccato il culo, i giornali hanno investigato sul Bunga Bunga e sul posteriore della D'Addario invece che sulla morte di Borsellino, ancora si vuole giudicare Berlusconi con titoli e articoli in prima pagina? Un tizio che è già stato giudicato e condannato 1.000 volte dagli italiani? Bisogna organizzare dei comitati di autodifesa da questa palude, dai suoi miasmi quotidiani, rischiamo l'asfissia.

In ogni altro Stato democratico Berlusconi sarebbe in galera o comunque non in Parlamento. In Italia no. Il problema è quindi lo Stato, non Berlusconi. Con che faccia Napolitano ha permesso che Berlusconi diventasse presidente del Consiglio? Pertini lo avrebbe fatto buttare per le scale. Ricordate Veltroni che stringe la mano a Berlusconi dopo la sua nomina alla Camera (e anche prima...) ? E D'Alema che gli regalò le frequenze televisive con un'apposita legge nel 1999? E lo Scudo Fiscale e l'indulto approvati grazie all'opposizione? E, per venire ad oggi, al nuovo alfiere dell'antiberlusconismo, agli inceneritori e agli affari di Vendola con Don Verzè in Puglia? Berlusconi si è comprato l'Italia, almeno quella in vendita, e in Parlamento lo sono quasi tutti, non solo gli ex dipietristi Razzi e Scilipoti.

Adesso si celebra la decisione della Consulta come una vittoria della democrazia. Una decisione che in realtà lascia tutto come prima. Il giudice deciderà se la giustificazione della Presidenza del Consiglio a non presentarsi in aula sarà legittima. Il giudice? Come può un giudice decidere se un incontro con Putin o con la Merkel, la partecipazione all'ONU o al G8 sono o non sono legittimi? Non siamo all'asilo Mariuccia con la giustificazione dei genitori. Siamo seri, non si presenterà mai e i suoi presunti reati andranno in prescrizione. Ci scommetto il mio maglione usato blu prussia (vale molto... è un ricordo). Il Paese tutto intero ha delegato la sua politica, il suo futuro a dei signori rispettabili quanto si vuole, i giudici ottuagenari della Consulta, ma il cui mestiere non è quello di fare la rivoluzione conto terzi. E ancora oggi, tanto per cambiare, l'argomento di una nazione senza più timoniere, vicina al collasso economico, dominata dalle mafie, l'argomento è se Berlusconi ha scopato o meno con una minorenne.

Fonte

U.Galimberti: alleanza religioni contro l'autonomia uomo

Podcast a cura di Radio Feltrinelli con il filosofo italiano Umberto Galimberti. Montaggio a cura di Alessandro Laterza.

"La religione a dire il vero è filosofia allo stato puro. Ma con una differenza sostanziale: la filosofia non ha la presunzione di conoscere la verità né di imporla, ma tende invece a ricercarla con il confronto e lo studio di sé stessa e dell'uomo. La religione invece si inventa le verità a seconda dei tempi e le impone agli altri, impedendo di pensare: è questo che ha mandato a puttane il mondo. Non a caso i picchi più alti della civiltà si hanno quando la religione molla la presa". (Papabarzotto)

U.Galimberti: Democrazia e volontà di potenza

Podcast a cura di Radio Feltrinelli con il filosofo italiano Umberto Galimberti. Montaggio a cura di Alessandro Laterza.

U.Galimberti: Condizione dei giovani

Podcast a cura di Radio Feltrinelli con il filosofo italiano Umberto Galimberti. Montaggio a cura di Alessandro Laterza.

L'euro-fregatura


L’immagine di due uomini nudi: uno dietro l’altro! Dovevamo capirlo subito che l’Euro ci avrebbe 'inculato' tutti!!!

Fonte

martedì 11 gennaio 2011

Quei cieli dentro di noi



Nonostante le brutte campane sulla sorte del pianeta e dell'intero genere umano relativamente al 2012, dobbiamo rimanere positivi e fiduciosi, non catastrofisti. Altrimenti facciamo il gioco del maligno e dei suoi seguaci, anzi ne diventiamo parte anche noi. Non alimentiamo la nostra mente delle paure che sempre più oggi si possono trovare in rete. Il male esiste, lo sappiamo da sempre. Ma degli esseri superiori buoni ci sono e ci vogliono bene da sempre, sono chiamati pleiadiani perche originari della costellazione delle Pleiadi, che poi sono quegli angeli che preghiamo da sempre, gli Elohim biblici, sono qui per aiutarci con amore, ci dicono di non temere, di non alimentare la paura. Loro conoscono da sempre il destino infausto della terra se l'umanità continuerà sulla strada intrapresa. Ma non ci terrorizzano, anzi ci invitano alla positività, alla fratellanza, ma soprattutto alla conoscenza di noi stessi e del nostro potenziale mentale telepatico attraverso la meditazione, chiaramente al servizio del bene, perchè è questa la strada per cambiare il destino del mondo. Il nostro pensiero crea la realtà, nel bene e nel male. Il male si sconfigge col bene, e non contrastandolo con le sue stesse armi, cioè con altro male. Pace a tutti!

JOVANOTTI Cuba 20.9.09 Penso Positivo a Paz sin Fronteras

Bel concerto di JOVANOTTI a Cuba tenutosi il 20.9.09. Lo ripropongo perchè nel clima catastrofistico che serpeggia oggi nel mondo mi sembra molto importante ricominciare a pensare positivo, per invertire la rotta che abbiamo intrapreso, per il nostro bene.
W Jovanotti! W Cuba! Antimperialista sempre!

Juanes ha organizzato il mega concerto 2009 di Paz Sin Fronteras a L'Avana, nella Plaza de la Revolucion. Suo partner nell'iniziativa è Miguel Bosé.
JOVANOTTI è l'unico artista al mondo non di lingua spagnola ad essere stato invitato. E' stato anche quello che ha scatenato maggiormente l'immenso pubblico, stimato in più di un milione di persone.
Questa è la prima parte del suo intervento, dove Miguel Bosé lo presenta e lui canta "Penso Positivo".
Nella seconda parte eseguirà "L'ombelico del mondo"
Il concerto è stato trasmesso dal vivo dal sito di Paz sin Fronteras. La registrazione video non è fluida, ma in attesa di averne una migliore è importante condividere subito questo evento straordinario.


 


PENSO POSITIVO - LYRIC

Io penso positivo perche' son vivo
Perche' son vivo
Io penso positivo perche' son vivo
E finche' son vivo
Niente e nessuno al mondo
Potra' fermarmi dal ragionare
Niente e nessuno al mondo
Potra' fermare, fermare, fermare

Fermare quest'onda che va
Quest'onda che viene e che va
Quest'onda che va
Quest'onda che viene e che va

Io penso positivo
Ma non vuol dire che non ci vedo
Io penso positivo...
In quanto credo!
Non credo nelle divise
Ne' tanto meno negli abiti sacri
Che piu' di una volta furono
Pronti a benedire massacri

Non credo ai fraterni abbracci
Che si confondon con le catene
Io credo soltanto che
Tra il bene e il male
E' piu' forte il bene
... bene, bene, bene, bene...

Io penso positivo perche' son vivo
Perche' son vivo
Io penso positivo perche' son vivo
E finche' son vivo
Niente e nessuno al mondo
Potra' fermarmi dal ragionare
Niente e nessuno al mondo
Potra' fermare, fermare, fermare
Fermare quest'onda che va

Quest'onda che viene e che va
Quest'onda che va
Quest'onda che viene e che va...
Positivo
Uscire dal metro quadro
Dove ogni cosa sembra dovuta
Guardare dentro alle cose
C'e' una realta' sconosciuta
Che chiede soltanto un modo
Per venir fuori a vedere le stelle
E vivere l'esperienze
Sulla mia pelle, sulla mia pelle

Io penso positivo perche' son vivo
Perche' son vivo
Io penso positivo perche' son vivo
E finche' son vivo
Niente e nessuno al mondo
Potra' fermarmi dal ragionare
Niente e nessuno al mondo
Potra' fermare, fermare, fermare

Fermare quest'onda che va
Quest'onda che viene e che va
Quest'onda che va
Quest'onda che viene e che va
Quest'onda che va
Quest'onda che viene e che va
Quest'onda che va
Quest'onda che viene e che va...

Positivo
La storia la matematica
L'italiano la geometria
La musica la la musica, la fantasia
Io credo che a questo mondo
Esista solo una grande chiesa
Che passa da che guevara
E arriva fino a madre teresa
Passando da malcolm x attraverso
Gandhi e san patrignano
Arriva da un prete in periferia
Che va avanti nonostante il vaticano

Io penso positivo perche' son vivo
Perche' son vivo
Io penso positivo perche' son vivo
E finche' son vivo
Niente e nessuno al mondo
Potra' fermarmi dal ragionare
Niente e nessuno al mondo
Potra' fermare, fermare, fermare

Fermare quest'onda che va

domenica 9 gennaio 2011

FlashForward

Mass Killing of Birds in Scene of 'FlashForward'.



When the blackout happened and the entire world saw the future, we all wondered, would their visions come true? More secrets will be revealed as they face the most shocking possibility of all - could another blackout be looming?
HOW FAR WILL THEY GO TO CONTROL THEIR FATE?

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